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La forma dei liquidi

Ci vuole equilibrio tra soddisfazione e indigestione.
… ma famoje :“Il carciofo romano fuori dal suo territorio”…
(S.Filpa)

Non avete nemmeno idea di quante possibilità sono state ventilate da me e dai miei colleghi all’inizio della preparazione di questo seminario. In realtà abbiamo scoperto quasi subito che le tecniche per l’insegnamento di una L2 potevano essere sfruttate per l’insegnamento di tutte le materie possibili.

Dalla chimica al solfeggio, dall’aeronautica al carciofo romano.

E se una materia è liquido il linguaggio è l’acqua che lo struttura per il 98%. Questo per dire che tutto può essere imparato in soluzione acquosa con una serie di recipienti che aiutino a saggiare le più diverse caratteristiche del liquido in essi contenuti. E allora fiale, brocche, ampolle e bacinelle come letture, ascolti, cloze e produzioni libere; in un laboratorio linguistico si può imparare tutto, proprio tutto, tramite la lingua e i suoi metodi di insegnamento.

La prima cosa a cui stare attenti è l’equilibrio tra sfida linguistica e sfida contenutistica. Non bisogna dimenticare che queste speciali situazioni di approfondimento sono state affrontate da noi in contesti di classi in cui l’insegnamento della L2 continuava a essere di primaria importanza, per cui io mi riferisco principalmente a classi di livello di interlingua medio o alto che per diversi motivi si trovano ad affrontare  degli approfondimenti culturali nelle stesse ore di lezione di lingua.

La sfida linguistica deve necessariamente calare se la mole di dati a cui si espone lo studente sarà molto alta. Al contrario se si decide di controllare la quantità di concetti da esporre allo studente, ci si può concentrare maggiormente sull’analisi linguistica. In situazioni di grande concentrazione di dati e alto livello linguistico, si rischia di mandare in confusione lo studente, che non riuscirà a trovare un appiglio né tra le forme grammaticali a lui conosciute, né tra i contenuti.

Il contenitore da me preferito è la lezione pacchetto; cioè una monotematicità dei materiali utilizzati in una sola lezione. Letture, ascolti e esercizi trattano tutti lo stesso argomento in modo via via più approfondito o ampliato con una struttura che possiamo definire a “spirale”. Il tema viene presentato, tralasciato per evidenziarne una sola parte, poi magari ripreso e esposto da un secondo punto di vista e tramite un’altra attività/contenitore, dopodiché integrato da ipotesi e sintesi dello studente. Praticamente un alambicco; dove lo stesso liquido passa per diversi contenitori collegati tra loro.

Per questo tipo di approccio c’è bisogno di due cose: uno studente motivato e una sua minima dimestichezza con metodi deduttivi. Cosa non facile se si pensa che almeno gran parte di noi europei è cresciuta intellettualmente con schemi fortemente strutturati da un approccio cronologico.

L’alambicco funziona a più livelli: facilita la memorizzazione di dati che sono selezionati in maniera naturale dallo studente, cioè che saranno ricordati in base a meccanismi di interesse o memoria del tutto variati da studente a studente e quindi con una possibilità infinita di integrazione da parte di altre attività o scambio di opinioni con altre persone. Proprio come i diversi punti di vista proposti alla classe, ci saranno altrettanti punti di vista che si formeranno in ciascun studente.

Il pacchetto/alambicco ha la prerogativa di non essere solamente una attività fattibile in classi di lingua ma ha buonissime potenzialità di avere un ottimo successo anche in corsi che trattano proprio quella materia.

L’approccio deduttivo garantisce un coinvolgimento dello studente in prima persona e un largo raggio di libertà sulla quantità di nozioni da apprendere, che con la struttura a spirale si potrà riproporre tutte le volte necessarie, se si ha la necessità di seguire un programma prestabilito come nelle scuole pubbliche.

Per quanto riguarda le scuole di lingua, e soprattutto quelle che utilizzano materiale autentico come la nostra, devo evidenziare un concetto molto importante e che costringe anche a una riflessione molto accurata in sede di ideazione della lezione pacchetto: il materiale autentico non potrà mai essere esaustivo.

Ogni materiale che cerca di essere completo è automaticamente manipolato nel testo e nella quantità di dati che esso presenta e per tale ragione non è considerabile autentico, cioè prodotto senza fini didattici. È invece considerabile autentico tutto il materiale raccolto in ambiti della materia che lo riguarda e in tal caso una scelta del suddetto materiale non è considerabile manipolazione ma solo una selezione. Proprio come succede anche con la narrativa, la letteratura, o il testo giornalistico, anche la saggistica segue gli stessi criteri di sfruttabilità di un testo. Per l’insegnamento di una lingua congiunto a una materia specifica, oltre al già menzionato bilanciamento di sfida, dobbiamo ricordare che non esiste un livello soglia per questo tipo di lezioni.

I livelli considerati bassi, cioè con poche ore di lingua, hanno il problema della difficoltà del testo che quindi deve essere reperito in ambiti diversi dalla saggistica ufficiale, o dagli scritti settoriali, ma cercato in contesti più divulgativi o addirittura in materiale per bambini di madre lingua.

Esistono, infine, delle diversità nella natura delle materie che è possibile trattare.

Sostanzialmente ci sono tre tipologie di materie: tecniche (liquido poco saturo) come la storia, la fisica, l’italiano commerciale o la geografia, che si basano su un uso di un lessico settoriale ma non un linguaggio settoriale.

Semantiche (liquido semi-saturo) come la giurisprudenza, la gastronomia, la chimica e lo sport, che si basano su lessico settoriale e linguaggio settoriale.

E infine le materie semiotiche (liquido saturo) arte, cinema, musica e letteratura che sono linguaggi e che quindi, al contrario delle prime due hanno bisogno di un approccio più graduale in quanto soggette a interpretazione personale e di conseguenza a una produzione personale di lessico e linguaggio, tale da parlare di una vera e propria relazione di interlingua tra L2 e materia.

Personalmente mi occupo dell’insegnamento della lingua congiunto alla storia dell’arte, quindi una delle materie più sature che si possano trattare, ma anche una materia che ha la fortuna di avere l’ausilio di immagini e quindi di una serie di attività che sfruttano direttamente le sensazioni personali degli studenti o anche solo esercizi lessicali con immagini, perfetti per livelli di lingua ancora bassi.

Ho strutturato lezioni pacchetto per livelli intermedi e alti stando sempre molto attento alla gradualità degli input da dare alla classe. In storia dell’arte la capacità di usare termini adeguati, metafore, perifrasi, lessico settoriale, commento e critica deve essere centellinata e continuamente riproposta tramite quelle strutture a spirale di cui abbiamo parlato in precedenza.

I liquidi portano in sospensione tutti materiali che sono altro dall’acqua, e l’acqua non ha una sua forma ma si adatta a ciò che la contiene: sta all’insegnante scegliere la serie di contenitori per poterli analizzare meglio.