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Come scegliere un brano letterario

Le lezioni che hanno come oggetto un testo di letteratura sono di due tipi. Il primo tipo è una lezione per la quale il brano di letteratura è stato prescelto da qualcuno al di fuori della classe (il Ministero, il Provveditorato o altre istituzioni). Il secondo tipo è una lezione per la quale il brano di letteratura è stato scelto dall’insegnante che tiene la lezione.

Gli insegnanti che tengono lezioni del primo tipo non sono colpevoli per un eventuale mancato gradimento, da parte degli studenti, dei brani presentati. Gli insegnanti che tengono lezioni del secondo tipo sono liberi di scegliere fra una gamma praticamente illimitata di libri, per cui hanno grande libertà, ma corrono anche il grosso rischio di non indovinare i gusti degli studenti.

Lezioni del secondo tipo

Trarre piacere dalla lettura di un brano di letteratura significa in qualche misura lasciare il proprio mondo e penetrare nel mondo dell’autore, che ognuno si raffigura a modo suo. La condizione pregiudiziale per tale esperienza è ovviamente voler vivere tale esperienza. Non si può obbligare nessuno a “volare con la mente”. Per invogliare qualcuno a “volare con la mente” bisogna essere capaci di attivare il desiderio di conoscere un nuovo mondo, un mondo che sia attraente, che abbia caratteristiche capaci di calamitare le energie cognitive del lettore.

Ma quali sono i testi, gli autori che riescono a perseguire tale risultato con un pubblico di studenti di italiano come L2?

A questa domanda non si può rispondere se prima non si risponde ad altre questioni: chi sono gli studenti che si hanno di fronte? Quali sono i loro interessi, i loro gusti? Sono dei lettori abituali nella loro lingua oppure sfogliano soltanto, di malavoglia, testi scolastici?

Se sono lettori abituali gli ostacoli saranno affrontati con maggiore determinazione e sicurezza: la motivazione per lo studio della lingua e l’abitudine alla lettura saranno un solido supporto che accompagnerà il lettore nel nuovo mondo che intraprende a conoscere. La sua competenza ed esperienza di lettore gli consente da una parte di coltivare quelle aspettative di piacere che la lettura di brani di letteratura può dare e dall’altra di “tollerare” un’eventuale distanza del brano prescelto dai propri gusti.

Ma quando ci si trova di fronte a studenti che non hanno provato ancora il piacere della lettura il problema si pone in tutta la sua drammaticità per l’eroico insegnante che si propone di far scoprire ai suoi prediletti studente le bellezze della letteratura. Che deve fare il nostro eroe?

Per le modalità di svolgimento dell’attività di lettura dei brani prescelti rimando ai vari articoli del presente volume. Il punto che vorrei trattare riguarda la scelta dei testi da presentare. Tale scelta è molto delicata: un eventuale fallimento potrebbe pregiudicare la possibilità di una nuova presentazione, mentre un’attività coronata dal successo può far nascere e sviluppare un nuovo interesse negli studenti.

Vediamo quali potrebbero essere i criteri che possono aiutarci nella scelta di un brano

Per esempio: in una classe che brilla per vivacità e voglia di scherzare, cosa sarebbe meglio proporre? Il primo autore che mi sovviene è Boccaccio, ma subito lo scarto. Perché? La ragione credo che risieda nella distanza che il linguaggio di Boccaccio presenta riguardo alla lingua di oggi, distanza che rende ardua la comprensione e che genera una fatica che vanifica il piacere. Si potrebbe azzardare il principio che una buona scelta di un brano di letteratura dovrebbe rispondere al criterio della “modernità“. In altre parole più ci si allontana dal periodo del dopoguerra più aumentano i rischi.

Ma all’interno di un’opera “moderna”, come selezionare il brano da sottoporre agli studenti?

Sarebbe opportuno attenersi ad un criterio che chiamerei di “autonomia“: il brano deve poter vivere di una sua vita propria in termini di comprensione senza essere troppo condizionato dalla conoscenza di ciò che lo precede.

Confrontiamo due esempi:
A.
(da Due di due di Andrea De Carlo, p. 275)
Sette mesi buoni dopo che io e Guido avevamo spedito il suo manoscritto è arrivata la lettera di un secondo editore. Quando il postino l’ha portata lui era fuori a camminare nella neve, così è stato abbastanza naturale che l’aprissi io per vedere cosa diceva. Il tono era simile a quello della prima lettera, come se chi l’aveva scritta godesse di una straordinaria vista dall’alto sulle attività dei suoi interlocutori. Ma i rilievi che faceva avevano una qualità più blanda e quasi distrattamente benevola: diceva che erano gli stessi difetti strutturali del romanzo a conferirgli un discreto interesse documentario.

B.
(da Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi, Torino, Einaudi, p. 100 e 101)
Antonino Roselli, il giovane barbiere e flautista, che sognava di seguirmi in capo al mondo come mio segretario, lo tosò da leoncino, lasciandogli il lungo pelo sul davanti, e rasandolo sul dietro, con un grosso ciuffo in cima alla coda; e ingentilito, bianco, profumato e travestito, Barone, il selvaggio barone, mi fu offerto in dono, a ricordo eterno della buona città di Grassano, il giorno prima della mia partenza. Così truccato e abbellito, io stesso non capivo che cane fosse: mi pareva uno strano miscuglio di cane barbone e di cane da pastore.

Mi pare abbastanza evidente che la mancata conoscenza dei fatti narrati antecedentemente all’inizio del brano B sia un ostacolo gravoso all’espletamento di una soddisfacente attività di lettura.

Altra questione, a mio parere di valenza inferiore, è il punto dove far terminare il brano selezionato: mentre il condizionamento, riguardo alla comprensione, a cui siamo sottoposti per decidere dove far iniziare il brano è certamente forte e vincolante, la scelta di dove operare la cesura del pezzo da estrarre presenta meno problemi, in quanto anche qualora l’interruzione non consenta di avere un quadro completo dell’evento oggetto della narrazione, la curiosità suscitata non può che generare un’energia preziosa da sfruttare proponendo magari come lavoro supplementare il proseguo della lettura. Per decidere dunque dove interrompere la lettura del brano è opportuno seguire un saggio criterio di lunghezza del pezzo selezionato, ragionando in termini di complessità di forme linguistiche e contenuti. Personalmente non sottopongo ai miei studenti brani che superano le due pagine.

Attenzione: spesso le parti di una narrazione che meglio soddisfano, ai fini della selezione, un criterio di autonomia sono le descrizioni.

E qui dobbiamo mettere in campo le nostre esperienze di lettori: siamo sinceri, quante descrizioni , nel corso delle nostre letture abbiamo saltato a piè pari, cercando con gli occhi il punto dove l’intreccio narrativo riprendeva, dove i nostri personaggi ricominciavano a dialogare? E tutto questo leggendo nella propria lingua. Perché i nostri studenti non potrebbero sentirsi allo stesso modo? Anzi, il fatto che non sia la loro lingua, e che dunque la fatica di capire sia di molto superiore a quella di un madrelingua, non può che far aumentare quel rischio mortale che è la noia.

La finalità dunque di catturare l’interesse dei nostri studenti si può dunque ragionevolmente supporre che possa essere perseguita da un brano che presenta dialoghi e fatti che si susseguono.

Riepiloghiamo. Dunque: brano di autore moderno, sufficientemente comprensibile anche se estrapolato, non troppo lungo, senza troppe descrizioni, capace di generare curiosità e interesse. Non è facile.

Alcuni suggerimenti

Riporto qui di seguito alcune opere di autori che forse meglio di altri contengono brani che rispondono alle caratteristiche sopra esposte.

Baricco, Alessandro Barnum, Milano, Feltrinelli.
Bassani, Giorgio Il giardino dei Finzi-Contini, Milano, Mondadori.
Benni, Stefano Il bar sotto il mare, Milano, Feltrinelli.
Buzzati, Dino Le notti difficili, Milano, Mondadori.
Calvino, Italo Gli amori difficili, Torino, Einaudi.
Calvino, Italo Se una notte d’inverno un viaggiatore, Torino, Einaudi.
De Carlo, Andrea Due di due, Milano, Mondadori.
Eco, Umberto Il nome della rosa, Milano, Garzanti.
Ginzburg, Natalia Caro Michele, Milano, Mondadori.
Maraini, Dacia Bagheria, Milano, Rizzoli.
Maurensig, Paolo La variante di Luneburg, Milano, Adelphi.
Musatti, Cesare Curar nevrosi con la propria autoanalisi, Milano, Mondadori.
Levi, Primo La chiave a stella, Torino, Einaudi.
Parise, Goffredo Sillabario n° 1, Torino, Einaudi.
Sciascia, Leonardo Il giorno della civetta, Torino, Einaudi.
Tamaro, Susanna Va’ dove ti porta il cuore, Torino, Baldini e Castoldi.