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Alcuni momenti della prima seduta plenaria del Seminario

Al termine del secondo giorno del seminario, nel corso della prima seduta plenaria, Christopher Humphris ha illustrato le varie strategie da lui messe in atto durante l’attività Ricostruzione di conversazione, svolta il giorno precedente e registrata su videocassetta. Avevano assistito alla lezione, in qualità di studenti, alcuni partecipanti al convegno. Prima di cominciare la visione del filmato e la sua analisi, C. H. ha premesso che: “L’attività in esame non è difficile, è accessibile a qualsiasi insegnante che si prepari adeguatamente. Non ci si deve far scoraggiare da eventuali imperfezioni”.

Come primo passo, nella lezione del giorno precedente, C. H. aveva illustrato, ricreandolo con l’ausilio del mobilio dell’aula, l’ambiente dove si svolgeva il dialogo, gli interlocutori, la loro posizione nell’ambiente, le relazioni fra di essi e l’argomento trattato prima degli enunciati scelti per la Ricostruzione di conversazione.

Dava tutte queste informazioni con calma, senza fretta alcuna, spesso ripetendole, attento a che gli studenti le recepissero in maniera adeguata. Al termine di questa prima fase, dopo aver chiarito la funzione comunicativa del primo enunciato, aveva domandato alla classe: “A questo punto che cosa ha detto il personaggio A?”.

Subito aveva avuto inizio, tra l’insegnante e gli studenti, un gioco serrato di lancio e rilancio di ipotesi, correzioni, modifiche, nuove informazioni. E così, enunciato dopo enunciato, si era arrivati alla fine della ricostruzione del dialogo.

La visione e l’analisi della videoregistrazione sono durate circa un’ora e sono state intervallate da domande e interventi di partecipanti al seminario e da spiegazioni e puntualizzazioni di C. H..

Per non dilungarmi, citerò solo uno dei quesiti formulati: “È necessario, durante l’attività presa in esame, non permettere agli studenti di scrivere?”.

Interessante la risposta di alcuni insegnanti che avevano assistito, in qualità di studenti, alle lezioni del giorno precedente. Per loro, il divieto di usare la penna era stato molto stimolante. Primo, perché le loro facoltà mentali, sollecitate e intente all’elaborazione di ipotesi semantiche, grammaticali, sintattiche, fonetiche, non erano state distratte da altri obiettivi.

Secondo, perché il divieto di scrivere aveva aumentato la loro concentrazione e il loro sforzo, aiutandoli a ricordare meglio gli enunciati ricostruiti.