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Il ruolo dello smartphone in classe: una piccola sperimentazione in una classe monolingua

L’esperienza in classe ci mostra come gli smartphone abbiano in gran parte sostituito i dizionari come strumento di supporto che gli studenti preferiscono portare con sé durante le lezioni. Mentre però ammettiamo l’uso del dizionario cartaceo solo in poche e ben definite situazioni, la natura intelligente dei nuovi telefoni li rende una potenziale risorsa per le attività proposte e spinge a verificare quali soluzioni trovare per raggiungere questo fine.

Ho spesso lavorato con gruppi di studenti di scuola secondaria, generalmente provenienti da Svizzera o Austria, che dedicano una o due settimane del loro anno scolastico a un’esperienza in Italia. I pomeriggi sono dedicati ad attività culturali con gli insegnanti accompagnatori e alcune guide della scuola, le mattine prevedono quattro ore di lezione in gruppi di 10/13 persone. Il potenziale carico di lavoro è molto, soprattutto perché nel proprio Paese le ore dedicate alla L2 non sono molte e, nei casi di Istituti professionali, una grande parte della settimana viene spesa lavorando al di fuori della scuola. L’approccio didattico, inoltre, è spesso frontale e in una prima fase del nostro lavoro insieme gli studenti devono familiarizzare con il modello comunicativo. I ragazzi fanno parte della stessa classe già nel loro Paese e i docenti vorrebbero che facilitassimo soprattutto la produzione orale, che riescono a praticare con minor frequenza durante il resto dell’anno scolastico. Soddisfare questa aspettativa non è semplice e il confronto tra noi insegnanti è continuo, nel tentativo di coinvolgere le classi e di rendere i giorni in Italia il più possibile piacevoli. Come sappiamo, questo specifico tipo di lavoro è molto impegnativo non solo per gli studenti ma anche per il docente.

Nel corso dei giorni, anche con gruppi molto disponibili e volenterosi, cresce nella classe l’impulso di “prendersi una pausa” dando uno sguardo al cellulare. Partendo da questa osservazione inizialmente avevo richiesto agli studenti di non utilizzare il proprio smartphone; in breve però mi sono reso conto di quanto questo strumento sia certamente una potenziale distrazione ma anche un elemento fondante dell’interlingua dei ragazzi. Ho notato che permette spesso anche di costituire un ponte per accedere al loro mondo e ai loro interessi stimolando il desiderio di condividerli: quante volte abbiamo visto uno studente iniziare a comunicare con il gruppo e con l’insegnante nel momento in cui aveva la possibilità di accedere a una foto, un video o una canzone? Da qui è nata una domanda: come integrare il mio bagaglio di esperienze con la familiarità dei ragazzi nell’uso del proprio cellulare? Ho tentato con uno dei miei ultimi gruppi di presentare una piccola serie di attività, tra loro collegate, e basate sull’uso di differenti strumenti del proprio smartphone. Ho strutturato le attività su due giorni ma ovviamente avrei potuto portare avanti il lavoro con altre attività nei giorni successivi.

Giorno 1: variazione di un classico gioco

Dopo aver abituato nelle ore precedenti la classe al lavoro in coppie e alla revisione tra pari, ho suddiviso gli studenti in gruppi di due persone e ho dato la seguente istruzione: “Cercate con lo smartphone un’immagine con almeno due persone o una persona e un animale. Potete usare tutto quello che volete (album, programmi, app)”. Alcuni hanno scelto foto da Instagram o hanno cercato su Google Immagini e sono stati selezionati disegni, foto, Internet meme, quadri. A questo punto la mia richiesta è stata: “A turno, uno studente descrive l’immagine e l’altro la disegna: quando finite, confrontate l’originale e la copia”.

Questa attività funziona sempre anche quando fatta con i più classici giornali, libri o cartoline, ma ho notato che l’elemento di libera scelta individuale massimizza il divertimento e spesso accresce la difficoltà perché l’immagine viene selezionata non per risparmiarsi problemi ma spesso per stupire il compagno.

Giorno 1: produzione libera orale

Il gioco è durato circa 20 minuti, al termine dei quali ho chiesto di fotografare separatamente i due disegni realizzati e di inviarli, tramite WhatsApp, a un altro gruppo. Ho poi modificato l’organizzazione in coppie facendo attenzione che ogni coppia avesse disegni fatti da altri. A questo punto ho dato inizio a una produzione orale libera con questa istruzione: “Che cosa sono questi disegni? Immaginate una storia per descrivere quello che vedete. Parlate in italiano”. Gli studenti hanno lavorato immediatamente, parlando e scherzando anche con gli autori delle immagini. Anche in questo caso il tentativo della maggioranza è stato quello di creare qualcosa di non banale, per molti di fortemente surreale. La durata di questa attività è stata di circa 15 minuti. Via via che i gruppi finivano mi avvicinavo e chiedevo di annotare qualche informazione sintetica sulla storia creata.

Giorno 2: drammatizzazione

Il giorno successivo ho chiesto ai ragazzi se ricordassero le storie che avevano creato il giorno prima e li ho informati che la loro attività sarebbe stata scriverne una drammatizzazione. Ho, come sempre, offerto il mio aiuto per eventuali domande.

Dopo una fase di editing con un secondo gruppo ho detto: “Provate a interpretare la vostra storia, ma fate attenzione anche alla pronuncia e a parlare come parlano i veri italiani. Come potete fare? Registrate la vostra voce con i Memo Vocali del telefono e fate video per controllare se i protagonisti della storia sono italiani al 100%!”. Ho poi cercato uno spazio abbastanza tranquillo per i vari gruppi e li ho fatti praticare: il lavoro si è svolto non solo con impegno e serietà, ma anche con evidente divertimento. Una volta finito, i singoli gruppi hanno presentato alla classe le loro drammatizzazioni che sono state valutate dagli altri.

In sintesi, durante queste attività ho notato una grande partecipazione da parte di tutti gli studenti, anche i più introversi, e un’attenzione all’uso della L2 anche per periodi lunghi, soddisfacendo (credo e spero adeguatamente) le richieste dei docenti dei ragazzi. La possibilità di usare il proprio smartphone è stata apprezzata e sfruttata in modo onesto e mi ha convinto a provare a proporre altre attività analoghe anche in futuro.